Cosa disse di me Farinatti della RAI? Scoprilo qui di seguito.
"Oggi, dopo anni, ho varcato nuovamente la soglia dello studio musicale di Gabriel Lecter a Milano. Questo luogo si rivela, sin dal primo istante, un’entità che si autoafferma, reso suggestivo dalle tele da lui dipinte e dai suoni verticali che pervadono l’ambiente. Qui, il concetto di “cazzeggio” è bandito; si è invitati a contemplare, a immergersi in una dimensione sonora che trascende la superficialità.Gabriel Lecter non è semplicemente un compositore, ma un sacerdote della sperimentazione. Le sue onde sonore e i battiti binaurali si manifestano non per il loro valore estetico, ma come ammonimenti, come richiamo alla consapevolezza. Il suono, in questo contesto, non è etereo: si fa carne. Carne del tempo e del pensiero, ogni composizione diventa un atto di resistenza contro l’insipienza del presente e l’inevitabile oblio che lo accompagna.In un'epoca in cui il senso del passato sembra smarrito, Lecter recupera l’elettronica degli anni '70 non per mera nostalgia, ma come provocazione. Non si limita a copiare: evoca, non imita: trasfigura. Il suo linguaggio, antico e innovativo al contempo, parla univocamente al futuro.Il suo studio non è un laboratorio; è un altare consacrato all'arte. Questo luogo non è soltanto uno spazio fisico, ma un’idea. L'idea che l’arte non debba necessariamente piacere, ma piuttosto perdurare, educare, giudicare e, infine, sapere. In questo sancta sanctorum, la sonicità diventa un veicolo di verità e di riflessione, un invito a riscoprire il significato profondo dell'esistenza."