Ancora su "Dracula, the monster"

DRACULA, THE MONSTER
Intento dell’Opera musicale

Ci fu un tempo in cui un uomo credette nella luce. Un principe, un guerriero, un servo di Dio, eppure la luce lo abbandonò.
Tradito dai suoi, dalla Chiesa, dall’idea di purezza che aveva difeso, vide il sacrificio trasformarsi in condanna e la grazia in ferita. Cadde, e nel crollo la colomba si mutò in pipistrello, lasciando dietro di sé solo l’ombra di ciò che era stato. Non nacque un demone: nacque un sopravvissuto, un corpo senza Dio, una fede svuotata del cielo, un cuore rinchiuso nelle segrete del castello interiore dove le ombre custodiscono la paura di soffrire ancora.
La donna che entra nel suo mondo non è tentazione ma specchio; l’amore vero giace chiuso dietro porte che solo la cura di se stesso può aprire. Ogni sortilegio, ogni possesso, è un surrogato di un sentimento che non osa risorgere.
Quest'opera non racconta l’orrore del mostro ma l’indagine della mente che lo genera: un viaggio tra corridoi di pietra, sale oscure illuminate dal tremore di candele, echi di passi, fruscio d’ali impossibili, fino alle fondamenta di un’anima che fu pura.
Sei movimenti, sei discese nell’abisso, tra suoni sospesi, silenzi carichi di memoria e note che cercano di ricucire ciò che il dolore ha strappato.
Non è un horror, né un inno al male, ma un requiem per la colomba che osò guardare il sole troppo da vicino e che nel buio deve imparare a ritrovare la propria fiamma. “Dracula, the Monster” è una cura in musica, un viaggio nella solitudine necessaria a riscoprire la luce nascosta dietro l’ombra, un invito a seguire le note dove la paura si trasforma in rinascita, e il mostro si rivela uomo.

Gabriel Lecter